Premessa: prima di proseguire con la lettura di questo pezzo vi consiglio di leggere questi due articoli.
Quello di Assassin's Creed è un universo espanso straordinario. Recentemente un paio di news legate al film in uscita per la fine dell'anno (21 Dicembre 2016, vi dice niente? Sottraete 4.) mi hanno dato da pensare.
Le riprese sono terminate e Ubisoft sta promuovendo il film con una campagna di pre-ordini dei biglietti sulla stessa impostazione dei videogiochi. In abbinamento col biglietto puoi infatti spendere fino a 1.200 dollari per accaparrarti una replica fedelissima di alcuni gadget legati alla pellicola (passate sulla pagina per vedere di che si tratta). Non ultimo, pare si stia già lavorando a un seguito del film.
Per quanto mi riguarda, siamo alla vigilia di un cambiamento importante per la saga e se guardiamo questo fatto insieme a tutti gli altri micro-segnali appare chiaro che da ora in poi Assassin's Creed sarà una creatura molto diversa.
Pochi giorni fa, ad esempio, Gabe Graziani, Senior Community Developer e arcinota figura del team di AC, è stato ricollocato internamente all'interno di Ubisoft. Prima di lui, figure come Corey May e Jade Raymond hanno lasciato Ubisoft per trovare fortuna altrove. L'intero studio di Montreal è stato sostituito con quello di UbiQuebec che ora copre il ruolo di studio principale dietro lo sviluppo del brand. Sviluppo che quest'anno godrà, per la prima volta dal 2011, di un anno sabbatico. Una cosa che fino a qualche tempo fa era impensabile per Ubisoft.
Questi segnali possono solo significare una cosa: cambiamenti nel business plan. Le priorità sono cambiate e a sostegno di ciò si sono avverati e si stanno avverando diversi pronostici. Primo su tutti quello che vede la nuova IP, The Division, raccogliere un consenso ampio e oltre le più rosee aspettative della casa.
Ubisoft si sta affacciando verso una nuova era di fare videogiochi e se giocherete The Division vi accorgerete subito di cosa parlo: tutto quello che c'è di buono nelle produzioni precedenti è stato fatto confluire in un titolo accolto dalla critica con grande positività. Sostanzialmente The Division, inteso in termini di investimenti ecomonici, è il nuovo AC.
Questo significa che per AC è la fine? Ni. E ora vi spiego il perché. Come abbiamo già detto qualche tempo fa, i pronostici vedono la chiusura della saga videoludica fissata intorno il 2017-2018 e alla luce di quanto vi ho appena scritto la cosa è più che fattibile. Tuttavia, l'universo espanso di AC è andato oltre, ha vita propria e su questo Ubisoft punta ancora molto.
Singolare è il fatto che, dovendo guardare la faccenda da questa prospettiva, AC pare dia proprio il meglio di sé quando si esprime al di fuori della macchina videoludica. Non ci credete? Vediamo alcuni casi.
Assassin's Creed - The Movie
Dopo infiniti rumors e trattative saltate il film di Assassin's Creed è realtà. Personalmente sono entusiasta della cosa perché a quanto pare la pellicola godrà di una notevole attenzione per la narrazione. Attenzione auspicata per la saga videoludica ma che, vista l'attuale evoluzione, sicuramente merita un trattamento drastico e mirato. Mi sbilancio non poco dicendo che l'annuncio del film ha destato in me un interesse che non avvertivo da un po'. I motivi sono tanti.
Il setting tanto per cominciare: le vicende storiche saranno ambientate nella Spagna dell'Inquisizione, tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500. Protagonista Aguilar che, come il nome lascia facilmente intendere, rappresenterà un ritorno alle origini, già tentato due anni fa da Amancio con Arno di Unity.
La scelta del periodo è saggia.
L'arco narrativo che comprende le vicissitudini di Altair ed Ezio rappresenta la fase aurea della saga. Il motivo, per me, alla luce di tutti gli sviluppi che ne sono derivati, è uno soltanto: il mood medievale. Niente ha fascino come l'epoca medievale. Il primo AC ha portato sulle nostre console un mondo fino ad allora poco esplorato dai videogiochi, o quantomeno non mostrato con la stessa vivida attenzione di film e libri. Anche il Rinascimento di ACII, gode del riverbero di un'era fatta ancora di scontri all'arma bianca, di armature e condottieri solitari. Un romanticismo di fondo quello del film, che attinge da una dimensione non molto lontana da quella dei primi capitoli della saga, dato che la Spagna di quel tempo è una commistione di oriente e occidente molto simile a quella assaporata nella Terra Santa del primo AC e in Revelations. Un mix suggestivo e una formula vincente riproposti sotto una luce nuova. La vera chicca però sarà il presente.
Il setting moderno infatti pare sarà dominante e aprirà a figure fino ad ora rimaste nell'ombra, una su tutte Alan Rikkin, CEO dell'Abstergo e, verosimilmente, detentore primo (insieme a ciò che rimane dell'Inner Sanctum) dell'eredità Templare. In termini narrativi le implicazioni di questa nuova entrata in scena sono enormi: se infatti prendiamo per certa o quantomeno molto vicina la fine della saga, abbiamo un ulteriore sostegno a quanto affermai molti anni fa, ovvero che saltata la testa dell'organizzazione tutta la piramide templare crolla. I vertici dell'Abstergo sono gli unici a conoscere la verità sul proprio Ordine e il loro scopo, tolti di mezzo loro un'ascesa dal basso di una nuova dirigenza è impensabile.
Per sconfiggere definitivamente i Templari però occorre che questo polo di controllo oligarchico venga spazzato via in un colpo solo impedendogli dunque di ripristinare figure mancanti (come nel caso di Daniel Cross rimpiazzato da Otso Berg) o di passare il testimone a una nuova generazione di potenti (considerando che apparirà anche la figlia di Rikkin, forse Ubisoft vuole tenersi una nuova porta aperta). Certo è che fino ad oggi la lista di nomi da eliminare aveva pochissimi volti a cui associarli e la personificazione di Alan Rikkin potrebbe significare un ulteriore passo verso la conclusione. Vedremo.
Per sconfiggere definitivamente i Templari però occorre che questo polo di controllo oligarchico venga spazzato via in un colpo solo impedendogli dunque di ripristinare figure mancanti (come nel caso di Daniel Cross rimpiazzato da Otso Berg) o di passare il testimone a una nuova generazione di potenti (considerando che apparirà anche la figlia di Rikkin, forse Ubisoft vuole tenersi una nuova porta aperta). Certo è che fino ad oggi la lista di nomi da eliminare aveva pochissimi volti a cui associarli e la personificazione di Alan Rikkin potrebbe significare un ulteriore passo verso la conclusione. Vedremo.
A completare questo gustosissimo quadro un cast di tutto rispetto: tra le figure di spicco, Aguilar e controparte nel presente Callum Lynch, saranno interpretati dall'ottimo Michael Fassbender (tra l'altro produttore del film) mentre l'immenso Jeremy Irons vestirà i panni di Alan Rikkin (!!!).
Nota a margine, ma neanche tanto, una cura estetica vecchia scuola: Kurzel, regista del film che rinnova la sua collaborazione con Fassbender dopo Macbeth (2015), ha affermato di aver avuto una certa riluttanza nell'utilizzare il green screen, prendendo invece come riferimento i grandi classici come Lawrence d'Arabia dove è palpabile lo sforzo di ricreare un mondo vivido con costumi e locations.
Insomma, sulla carta le premesse sono ottime, attendiamo l'uscita nelle sale cinematografiche.
Difficilmente verrà fuori qualcosa di brutto.
Ah non vi ho detto una cosa ganza: stanno sviluppando un'esperienza virtuale di realtà aumentata legata al film. La cosa oltre ad essere una figata mostruosa sulla carta mi mette i brividi perché sa tanto di Abstergo Entertainment.
Difficilmente verrà fuori qualcosa di brutto.
Ah non vi ho detto una cosa ganza: stanno sviluppando un'esperienza virtuale di realtà aumentata legata al film. La cosa oltre ad essere una figata mostruosa sulla carta mi mette i brividi perché sa tanto di Abstergo Entertainment.
Assassin's Creed - Initiates
Lanciato nel Settembre del 2012 (in concomitanza con la data del rapimento di Desmond Miles) questa piattaforma fu un solido punto di riferimento per la vecchia guardia della fan-base. Un ingegnoso metodo per divincolarsi dalle esigenze narrative legate al Presente e un ottimo campo di correzione per le molte incongruenze venutesi a creare, Initiates era la piattaforma definitiva di Assassin's Creed. Attraverso una sorta di gioco punta e clicca, la stessa produzione dietro ai videogames ci ha raccontato una storia parallela e complementare a quella della saga su console. Questa storia è servita da collante per il secondo ciclo narrativo introducendo una figura come quella degli Iniziati (protagonisti di quello scomodo Presente e che la metanarrativa ci ha permesso di impersonare) e personaggi divenuti poi parte integrante dello storyline pad alla mano, come Otso Berg e Galina. Oltre a questo, la piattaforma assicurava un confronto periodico e diretto con il team di sviluppo permettendo di scoprire nuovi risvolti legati alla saga. Questo ultimo punto forse è stato un boomerang per Ubisoft che in tempi non sospetti ha prima ridimensionato brutalmente la piattaforma rendendola un semplice side-tool, precisamente nel 2014 con l'uscita di Unity dove Initiates costituiva una piattaforma di log statistico, per poi abbandonarla al suo destino a partire dall'aprile scorso.
Una piattaforma singolare, versatile e ricca di contenuti. In una parola IL MALE. |
Progetto dunque abbandonato perché troppo grande e pericoloso? Se pensiamo alle implicazioni che hanno avuto i suoi contenuti non è difficile pensarlo, l'impatto che ha avuto sull'intero universo di AC lo si percepisce ancora con Syndicate, il più recente capitolo uscito lo scorso inverno, dove il protagonista continua ad essere un Iniziato. L'impressione dunque è che la creatura si sia rivolta contro il creatore e lo strumento che sarebbe dovuto essere chiarificatore stava diventando una presenza scomoda. Per me che sono sempre stato più attratto dagli intrighi del moderno e visto i salti indietro nel tempo come un un mezzo narrativo e non un fine, AC Initiates è stato forse il caso più eclatante di prodotto satellite che ha brillato quasi più del brand di origine. Io avrei fatto serenamente a meno di giocare AC, tanto c'era Initiates ad intrattenermi. Forse è per questo che l'hanno chiuso, per farmi morire male.
Assassin's Creed - The Fall
Nato dal genio congiunto di Cameron Stewart e Karl Kerschl, The Fall è stato una autentica rivelazione. Fumetto di pregevole fattura ha gettato luce su una delle vicende più controverse di tutta la storia di AC e definito l'asset di tutti gli eventi accaduti in seguito dentro e fuori il videogioco. Poca roba insomma. Con un sapiente uso della carta, The Fall racconta gli eventi che hanno portato lo scontro tra Assassini e Templari nella critica situazione pre-2012. Per farlo viene introdotto un nuovo protagonista, quello che sarebbe dovuto essere la nemesi di Desmond Miles, Daniel Cross, una delle figure meglio riuscite ed elaborate della saga. Daniel Cross come Desmond è stato un soggetto di sperimentazione del proggetto Animus di Vidic, che nello sfrugazzare tra le sue memorie inciampa su un suo antenato vissuto durante l'impero zarista, Nikolai Orelov, Assassino Russo sulle tracce di un misterioso Frutto dell'Eden in possesso di Alessandro III. Il fumetto, uscito nel 2010, riprende la formula lanciata dal videogioco ma la esalta come non mai. Il ritmo serrato della narrazione e la valorizzazione del personaggio di Cross, che a differenza di Desmond non è semplicemente il tramite per un salto nel passato, generano un mix esplosivo di contenuti. Riesce talmente bene che nel 2012 arriva The Chain, atto conclusivo delle vicende che consacra il fumetto come nuovo canale di racconto di Assassin's Creed.
Colpi di scena, un Assassino-Templare e Nikola Tesla. Serve altro? |
Questi sono alcuni degli esempi di prodotti transmediali griffati AC meglio riusciti (con una lecita riserva sul film fino a Dicembre). E' importante ribadire che questi prodotti non sono semplice esternazione del merchandising, ma creano ex-novo contenuti che vanno ad influire sull'universo narrativo. Senza questi contributi gran parte del fascino della saga così come la conosciamo verrebbe a mancare e non mi faccio problemi nel dire che al momento preferisco il materiale satellite a quello principale (ammesso che ci sia distinzione tra satellite e principale). Curiosamente, l'universo espanso piuttosto che tendere verso un consolidamento ha tramutato la storia della saga in una narrazione liquida. Quello che si sta e si è venuto a creare è un nuovo modo di fruire dell'esperienza Assassin's Creed. La deriva dei contenuti, causata dal moltiplicarsi dei canali con i quali vengono raccontati, porta a chiedersi se la storia di Assassin's Creed sia adatta ad un videogioco, e visti i casi qui sopra, così virtuosi e così distanti dalla loro matrice, forse una parte della risposta la sappiamo già. Che ne sarà dunque di AC? Beh, se è vero che è così semplice, ma sopratutto piacevole, godere dell'esperienza offerta anche senza fruire del gioco è probabile che il brand prosegua nella sua ramificazione verso l'esterno creando un complesso talmente articolato da non distinguerne l'origine.
Lo scenario, tenendo conto della longevità decennale del brand e della qualità dei suoi derivati, non è così tremendo. E lo slegarsi dal suo nucleo forse non è un male. Intervenire in maniera diretta sul prodotto videoludico al momento è un rischio se non completamente un'utopia e personalmente ad una storia mediocre in un videogioco preferisco una storia ben confezionata in un film.
Questa a mio parere è l'unica via per valorizzare in maniera sostenibile e duratura l'universo di AC, con un percorso lontano dalle impellenze e dagli affanni dello sviluppo che, nel caso di Ubisoft, comporta un rischio economico non da poco. La saga videoludica, con l'uscita di Unity, ha subito una sensibile flessione e Syndicate non è riuscito in toto nel tentativo di risolvere il problema. Al momento sul tavolo di Ubisoft ci sono due IP molto più promettenti: Watch_Dogs che col suo esordio nel 2014, ha venduto abbastanza da convincere la casa a puntare su un seguito ed il già citato The Division che in queste ore sta consolidando il suo primato come nuovo franchise più venduto al lancio di sempre.
Nel panorama dell'industria videoludica pochi nomi possono permettersi il lusso di puntare esclusivamente sul merchandising. Nel bene o nel male, ciò che ha fatto Ubisoft con Assassin's Creed è qualcosa di raro e geniale, riuscendo a creare intorno ad un suo titolo un culto pop di enorme portata. Un complesso che va oltre la semplice somma delle sue parti di cui la casa madre è perfettamente consapevole. Al momento questo vantaggio potrebbe essere la chiave che permetterebbe alla saga su console di riguadagnarne in qualità. Di recente ho letto un interessante articolo che suggeriva ad Ubisoft ti separare il "grasso" (inteso come superfluo) da Assassin's Creed o di trovare un nuovo approccio per proporlo sul mercato. I prodotti transmediali potrebbero rispondere ad entrambe le esigenze dando l'ampio respiro che tutti desideriamo.
Probabilmente questo ragionamento è già stato messo in conto ed il "grasso" separato dal brand si mostrerà a noi in nuove forme, sfruttato in maniera strategica, per intrattenerci e salvare una produzione in ogni caso colossale ed encomiabile, almeno fino prossimo nuovo e forse risolutivo titolo di cui già si vocifera la produzione.
Lo scenario, tenendo conto della longevità decennale del brand e della qualità dei suoi derivati, non è così tremendo. E lo slegarsi dal suo nucleo forse non è un male. Intervenire in maniera diretta sul prodotto videoludico al momento è un rischio se non completamente un'utopia e personalmente ad una storia mediocre in un videogioco preferisco una storia ben confezionata in un film.
Questa a mio parere è l'unica via per valorizzare in maniera sostenibile e duratura l'universo di AC, con un percorso lontano dalle impellenze e dagli affanni dello sviluppo che, nel caso di Ubisoft, comporta un rischio economico non da poco. La saga videoludica, con l'uscita di Unity, ha subito una sensibile flessione e Syndicate non è riuscito in toto nel tentativo di risolvere il problema. Al momento sul tavolo di Ubisoft ci sono due IP molto più promettenti: Watch_Dogs che col suo esordio nel 2014, ha venduto abbastanza da convincere la casa a puntare su un seguito ed il già citato The Division che in queste ore sta consolidando il suo primato come nuovo franchise più venduto al lancio di sempre.
Nel panorama dell'industria videoludica pochi nomi possono permettersi il lusso di puntare esclusivamente sul merchandising. Nel bene o nel male, ciò che ha fatto Ubisoft con Assassin's Creed è qualcosa di raro e geniale, riuscendo a creare intorno ad un suo titolo un culto pop di enorme portata. Un complesso che va oltre la semplice somma delle sue parti di cui la casa madre è perfettamente consapevole. Al momento questo vantaggio potrebbe essere la chiave che permetterebbe alla saga su console di riguadagnarne in qualità. Di recente ho letto un interessante articolo che suggeriva ad Ubisoft ti separare il "grasso" (inteso come superfluo) da Assassin's Creed o di trovare un nuovo approccio per proporlo sul mercato. I prodotti transmediali potrebbero rispondere ad entrambe le esigenze dando l'ampio respiro che tutti desideriamo.
Probabilmente questo ragionamento è già stato messo in conto ed il "grasso" separato dal brand si mostrerà a noi in nuove forme, sfruttato in maniera strategica, per intrattenerci e salvare una produzione in ogni caso colossale ed encomiabile, almeno fino prossimo nuovo e forse risolutivo titolo di cui già si vocifera la produzione.
Io purtroppo non mi sento di condividere l'entusiasmo verso la trans-multimedialità, che a mio avviso ha fatto più male che bene al brand. Poche produzioni transmediali, come i due fumetti the fall e the chain, sono stati utili per approfondire alcune dinamiche. Prodotti come Initiates ad esempio hanno creato una profonda spaccatura nel media videoludico che si è trovato asportato di forza la sua componente madre, il presente. Cosa che ha raggiunto il culmine della sua follia con Unity, che di fatto, era un mero viaggietto in un epoca storia (neanche fedelmente ricostruita) fine a se stessa. Il fatto che abbiano chiuso Initiates voglio credere sia dovuto al fatto che vogliano riportare a concentrare la storia nel media principale, i videogiochi. Passi il film, che sarà ancora da vedere come sarà e che tra l'altro è molto rischioso tanto (e forse più) del videogioco, ma tutte le altre trasposizioni multimediali fanno solo male al brand. Ubisoft dal canto suo ha cercato (e sta) di allargare quanto più poteva il brand, per renderlo appetibile commercialmente in più settori, ma questo è assai rischioso e deleterio. Ormai non dico che sia certo, ma in futuro non vedo una fine positiva per il brand, che temo verrà stroncato. Cosa che mi dispiace, ma se per massimizzare gli incassi, ma spezzetti la trama in tanti rivoli da seguire, prima o poi questo stancherà l'utenza. Io personalmente la vedo come il tirare troppo la corda, come con quelle serie tv che partono benissimo e poi vengono allungate fino all'inverosimile per sfruttare il brand, salvo poi arrivare ad allungare il brodo senza avere più nulla da raccontare ed arrivare poi al collasso. Di esempi ce ne sarebbero molti da fare in questo senso.
RispondiEliminaA chi è piaciuta la serie dei Chronicles? A me è sembrata molto più innovativa riguardo al gameplay dei capitoli classici
RispondiEliminaEsteticamente superba. Secondo me potevano giocarsela meglio. Era una formula molto interessante.
Eliminagrazie ragazzi per il servizio molto utile che svolgete! purtroppo non è quasi rimasto più nessuno che fa queste cose! grandi non mollate!
RispondiEliminaPurtroppo l'entusiasmo vacilla con queste continue sospensioni della narrazione. Ma ce la mettiamo tutta, grazie a te che ci segui! ;)
EliminaSeguo questo sito da molto, moltissimo (ora che ci penso, forse anche troppo) tempo, anche se negli ultimi anni l'attenzione è andata via via calando, fino a scomparire del tutto (badate bene non per colpa del sito in sè, ma per come potrete ben immaginare colpa della saga che, almeno personalmente, dalla morte di Desmond non è più riuscita a mantenere quel grado di curiosità che mi spingesse a starle dietro).
RispondiEliminaVolevo giusto cogliere l'occasione per farvi i complimenti per la professionalità e la qualità che non vi siete mai fatti mancare, in ogni singolo articolo presente su questo sito così come in ogni post nella pagina Facebook. Proprio ora rileggendo due dei vostri ultimi articoli, mi sono tornati alla mente tutti gli splendidi pomeriggi passati sulle interpretazioni dei glifi di AC2, sulle speculazioni di Snake, su i vari dibattiti della linea cronologica. Letture di quei pezzi freschi di stampa che erano accompagnati il più delle volte da un vero è proprio hype quando Coso scriveva "Nuovo articolo in arrivo!" e giù tutti a speculare su cosa avrebbe speculato... vi ringrazio per gli splendidi momenti che mi avete fatto passare, e spero anche per quelli che verranno!
Già che sono qui mi prolungo per chiedervi, anche se immagino un articolo sia in arrivo prima o poi a riguardo, cosa ne pensate di Syndicate (naturalmente in quanto concerne il "bel-gioco" che a noi della vecchia guardia piace: il presente, i frutti e le loro funzioni, i cari CVP ...) e cosa vi aspettate dal prossimo (e forse ultimo ?) titolo.
Chiudo ringraziandovi per l'ennesima volta, siete e resterete i migliori.
Un abbraccio ! (:
Ciao Damiano, scusa il ritardo di questa risposta.
EliminaIl tuo credo sia il complimento più bello che abbia mai letto sul blog. E' una cosa che scalda il cuore vedere gente ancora così vicina al progetto nonostante gli alti e bassi. Per me e il resto della cricca parole del genere sono una bellissima ricompensa.
Per quanto riguarda Syndicate, beh, aspetta ancora un po' che ne parleremo. ;)
Stiamo riordinando un po' le idee mettendo la giusta dose di critica dei contenuti, come è giusto che sia.
Grazie a te che ci segui piuttosto, nonostante tutto.
Salute e Pace