domenica 16 gennaio 2011

Il concetto di paradosso temporale - Parte 1

Attrattore di Lorenz
Siamo partiti dal primo Assassin's Creed portandoci dietro questo concetto delineato in maniera non del tutto chiara seguendo l’idea scontata e fuorviante del viaggio concreto nel tempo ipotizzando una qualche sorta di breccia dimensionale.
Qualche tempo fa tuttavia assieme ad altri amici altrettanto visionari come il sottoscritto, e alla luce di quel che accade in ACII, sono giunto a una più plausibile concezione.
Come visto alla fine del gioco Minerva afferma di essere semplicemente una di “quelli venuti prima”.
Mettendo da parte per un attimo le perplessità bibliche, proviamo allora a chiederci: E se prima di Adamo ed Eva invece del NIENTE ci fosse stato TUTTO?
Ecco che ponendoci questa domanda il paradosso temporale cambia forma.
Immaginate di avere di fronte a voi un foglio bianco e una penna, di descrivere sul foglio un cerchio con questa penna e senza staccare la suddetta dal foglio continuare a tracciare di nuovo il cerchio calcando, sovrascrivendo il precedente. A una visione frontale apparirà un semplice cerchio inspessito dall’inchiostro, ma dovendo riprodurre un grafico in esploso del vostro operato, quello che è un cerchio risulterà essere una spirale.




Immaginate ora questo processo applicato allo scorrere del tempo. Che non appare più lineare con un grave balzo a ritroso, ma una spirale che si sovrascrive di continuo senza dare possibilità di percepirne ne l’inizio ne la fine ma solo il durante.
Il non percepirne l’inizio e la fine implica però un appaiamento anche delle tre dimensioni, cosa impossibile dato che , anche se fugacemente, passato, presente e futuro li percepiamo distintamente.
Per rimediare a questo problema affidiamoci allora al fantomatico attrattore di Lorenz (vedi foto in alto a sinistra), già visto nel primo Assassin’s Creed, ricomparso tra i glifi del soggetto 16.

L’attrattore in breve non è niente di meno che un’applicazione della sovrascrittura del cerchio di cui ho scritto poco più sopra, però esercitata sul simbolo dell’infinito.
Immaginate appunto di continuare a calcare con la penna il numero 8 trovandovi così a creare impercettibili strati ma che espansi sono percepibili.
Arriveremo dunque a percepire, almeno visivamente le 3 dimensioni, due delle quali si sdoppiano e si contrappongono.



Ecco che il punto di incontro nell’attrattore è il presente e il passato e il futuro due cicli che si alternano…
Non ci vuole molto dopo tutto a muoversi attraverso il tempo.
Prendete una pistola carica, chiudetela in una cassetta di alluminio e sotterratela, siamo nel presente.
Con lo scorrere del tempo la pistola si muoverà nel futuro, proiettandosi in avanti, ma diventando anche passato.
Il futuro diviene passato, ma com’è che il passato diviene futuro?
Spostiamoci avanti di 200 anni, dove noi saremo già tutti ripieno per faggio e velluto e non avremo molto di che preoccuparci.
Immaginiamo che a ritrovare la pistola siano i nostri propropropropropropro-nipoti che godono di una tecnologia infinitamente superiore merito di un progresso smisurato e che ridano beffardi dei nostri pezzi di metallo con cui ci scannavamo, mentre loro oramai fanno tutto con raggi laser.
Bene!
Questo non porterà a niente.
Immaginiamo invece tra noi e questi pronipoti ci sia stato una si tale catastrofe da spazzare tutto quello che c’è di conosciuto fino ad ora riportando la muffa umana al suo primo piagnisteo, a scolpire ruote di granito e ad accopparsi con le clave.
Che succede se trovano la pistola? Un mezzo così sofisticato e letale. Uno strumento quasi… futuristico!
Ecco che il passato diventa una spinta per il futuro. Ecco che si genera un paradosso.
Ironia della sorte, pensandoci bene non è necessario viaggiare così lontano negli anni, il mondo concede fin troppe possibilità per generare anomalie senza “muoversi” (nel senso retorico del termine) di un passo.
Se io ora prendessi un televisore e lo portassi alle tribù indigene della foresta amazzonica che ancora vivono ammazzando scimmie con gli archi e gli mostrassi il mondo, il progresso, quello che il loro gruppo vedrebbe solo tra millenni, starei generando un paradosso.
Ma anche il muovermi da uno stato all’altro fuggendo dal countdown del capodanno grazie al fuso orario è un paradosso, un paradosso nato da una convenzione umana si, ma pur sempre un paradosso.
Questo è quello che plausibilmente potrebbe essere accaduto col frutto dell’Eden.
Minerva alla fine del gioco parla di un cataclisma che ha cancellato tutto, che ha spinto a ricostruire, che ha reso strumenti già esistenti reliquie, la verità mito e leggenda.
Questo andamento ondulatorio di epoche di luce e buio umano dopotutto ce lo mostrano anche i libri di storia.
Dalla democrazia e l’arte ai limiti della perfezione dell’antica Grecia si casca nel Feudalesimo e nell’arte bidimensionale del medioevo, per poi rifiorire nel rinascimento e ripiombare nell’oscurantismo del 1600 per poi di nuovo rivoluzionarsi con l’illuminismo passando poi per il capitalismo col suo dio denaro che ci sta portando a… ?
Una ricorrenza, niente di nuovo insomma, solo un ripetersi di un certo evento che si mostra magari in altre vesti, influenzato dalla sovrascrittura del tempo ma che comunque porta inevitabilmente alla stessa conclusione, quale non c’è dato saperlo.
Assassin’s Creed prende questo andamento di attimi di ascesa e di discesa e semplicemente lo dilata, inserendo tutto in un una sola curva che ancora non ha trovato culmine. 

8 commenti:

  1. Bellissima spiegazione!

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  2. gran bell'articolo! leggendolo non ho potuto fare a meno di pensare a una cosa..con questa teoria si potrebbe spiegare l'esistenza delle piramidi,degli stonhenge e di tutte quelle costruzioni che per l'epoca in cui sono datate non sarebbe stato possibile costruirle?

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  3. Il paradosso é ben altro che far vedere un computer ad un'uomo di una tribù primitiva.

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    1. Era un esempio esplicativo per comprendere la teoria.
      Metaforicamente parlando è la stessa cosa che accade tra Coloro che vennero prima e l'umanità di cui Desmond fa parte.

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  4. Spiegate meglio dei miei prof.!... la riscrittura del tempo, interessante!

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  5. Dal basso della mia incapacità sono riuscito a comprendere il paradosso semplicemente a metà. Da quello che ho capito a livello grafico il presente non è altro il punto in cui si incontrano passato e futuro di due diversi cicli, e questo è ancora comprensibile: quello che è futuro da una parte dall'altra è passato semplicemente perché ciò che sarà diventerà inevitabilmente ciò che è stato. Ma il processo inverso non mi quadra, specialmente in riferimento al paradosso della pistola ai cavernicoli: in fin dei conti la storiella della pistola (e quindi della Mela) è una convenzione umana tanto quanto quella del fuso orario e del Capodanno, perché per quanto lo sviluppo tecnologico segua (o possa seguire) degli alti e bassi come giustamente esemplificato nello scorrere del tempo, l'incontro di tecnologie lontano dal tempo avrebbe effetto solo sulla nostra esistenza e non sullo scorrere del tempo, che in effetti ha compiuto il proprio tragitto rettilineo indisturbata e indifferente.
    Chi sarà il cervellone che vorrà spiegarmi (con tutto che probabilmente avrò scritto una marea di baggianate)? :D

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    1. Innanzitutto non preoccuparti che manco io sono una cima di fisica teorica, quindi qui ho cercato di dare una risposta come meglio ho potuto. :)

      Detto questo, la questione dei paradossi con gli oggetti (nel nostro caso la pistola) serviva per far capire che, qualora vi fosse una situazione in cui un oggetto tecnologicamente avanzato riuscisse a superare indenne una situazione di declino della conoscenza si creerebbe un paradosso temporale ma non in senso fisico ma in senso percettivo.

      Per parlarci terra terra immagina la scena stile futurama mentre Fry è criogenizzato: la civiltà viene spazzata via (causa random) e riprende la sua crescita ed evoluzione da zero. Qualcosa tuttavia sopravvive e viene riscoperta, ma nella condizione attuale di chi la trova non vi è possibilità di inventarla, si crea così una situazione paradossale, dove una civiltà inetta e arretrata è in possesso tuttavia di invenzioni avanzate.

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