venerdì 23 maggio 2014

Assassin's Creed Brahman: la chiave di volta per il futuro del plot? pt.2

Finalmente, dopo peripezie che non credevo di dover affrontare per recuperarlo, ho finalmente letto la seconda ed ultima parte di Assassin's Creed Brahman, fumetto canon che prosegue per la via multiverso cartacea aperta da AC The Fall e AC The Chain qualche anno fa.

Riconfermo il parere positivo che ho nei confronti di questa storia, potendo apprezzare anche il coraggio di alcune scelte così lontane dall'assetto stilistico attuale della saga (mi riferisco allo scontro Assassini vs Templari in salsa hi-tech nella dimensione presente, sfumatura marcatamente sci-fi inaugurata a partire dal finale di ACIII, proseguita in ACIV e che sembra avere gioco-forza un ruolo con la futura resa dei conti contro Giunone). Questa corsa agli armamenti di entrambe le fazioni, se avrà conseguenze sul futuro del brand, potrebbe creare uno scenario piuttosto interessante nella lotta contro la CVP vendicativa.
Si riconferma inoltre anche il trend di limpidezza di contenuti inaugurato con ACIV: la storia è scandita abbastanza bene (salvo alcuni passaggi un po' frettolosi nei quali avrei gradito maggiore enfasi), facilmente assimilabile e non richiede particolari interpretazioni, una cosa che può solo giovare a un universo così complesso che chiede a gran voce ordine. A dimostrazione di ciò la comparsa rapida e fugace di Otso Berg (che ora appare sfregiato dopo gli eventi legati alla squadra Sigma e Maestranzi in quel di Firenze su Initiates) nelle ultime pagine dell'albo che lega così a doppio filo il fumetto con AC Initiates, divenuta ormai piattaforma essenziale per la comprensione del plot.

Tuttavia alcuni passaggi, tra i più succulenti del fumetto, lasciano spazio alla riflessione, in particolare riaprono il dibattito sulle tematiche spazio-temporali, sull'interazione dei Frutti dell'Eden nel continuum e sulla figura di Coloro che Vennero Prima il cui identikit diventa via via sempre più particolareggiato. In questa occasione le tematiche si intrecciano ulteriormente generando un mix sul quale è utile soffermarsi.


Ci eravamo lasciati con la promessa di vedere alcuni colpi di scena decisivi nell'atto conclusivo di queste vicende e così è stato.
Lasciando il piacere della lettura a chi ci segue (a voi il gusto di scoprire come e perché si arrivi al punto che stiamo per vedere), slittiamo direttamente al momento culminante, alla comparsa di quella che nella religione induista è la dea Durga ma che in chiave AC è un nuovo esponente della Prima Civilizzazione.

La sua apparizione porta con sé dettagli singolari: la dea infatti appare tramite il gioiello, il Koh-i-noor in possesso della principessa Pyara ed usa quest'ultima come tramite per manifestarsi. E' un nuovo caso di possessione da parte di Coloro che Vennero Prima. Di questo fenomeno se ne registrano pochi casi lungo tutta la saga e tutti avvenuti lungo storie parallele ai capitoli principali, fino ad ACIV: Consus con Giovanni Borgia (Project Legacy), Hermes Trismegistus in Scienza Divina (Project Legacy) e recentemente, su Initiates, gli eventi legati all'Assassina russa Galina hanno visto sua madre in preda al delirio a causa del tentativo di Giunone di impossessarsi del suo corpo. Precedentemente John dell'IT/Aita aveva letteralmente dato in sacrificio alla sua amata il corpo del nostro anonimo alter-ego dipendente dell'Abstergo ma senza risultati.

E' interessante notare che, eccezion fatta per il caso (unico per ovvie ragioni) di Giunone, tutti i casi di occupazione di corpi estranei è accaduto in presenza di architetture e manufatti della Prima Civilizzazione.

Giovanni Borgia posseduto da Consus
L'utilizzo di un tramite non è così assurdo se consideriamo i primi progetti dei CVP durante la fase subito precedente la Catastrofe: il loro intento era infatti quello di creare corpi più resistenti per sopportare le conseguenze del flare solare, trasferendovi in seguito le loro coscienze.

Tale pratica sta acquisendo un valore sempre più rilevante e forse avrà conseguenze sensibili sul futuro della saga: nello scorso articolo dedicato a Brahman concludevo con le possibili implicazioni di un potere così grande come quello del Koh-i-Noor in mano a Giunone. Questa situazione osservata da una prospettiva diametralmente opposta potrebbe giustificare l'esigenza di impossessarsi di un corpo fisico. Ricordiamo infatti che il gioiello può essere portato impunemente solo da una donna e permette di unire il fato di tutti di Frutti dell'Eden. Un potere ciclopico, che fa gola anche ai Templari che narrativamente parlando non vogliono in alcun modo essere oscurati dalla minaccia di Juno.

Il censimento genomico avviato dall'Abstergo viene così ricollocato in un piano di importanza subordinato alla ricerca dei Frutti che diventano nuovamente priorità assoluta. Nelle pagine precedenti l'apparizione della dea tra gli Assassini serpeggia la paura: "se scoprono il diamante per primi e lo portano vicino a un frutto siamo rovinati.". Per questo motivo, sia nel presente di Jot che in quello di Arbaaz i bianchi cappucci cercano di fermare ad ogni costo l'avanzata dei Templari portando avanti l'atavico conflitto.

Questa  letterale perdita di tempo, già rimproverata da Minerva al termine di ACIII, è al centro delle parole della dea Durga che appare quasi in soccorso alla principessa Pyara interrompendo lo scontro tra fazioni.

Dea dalle molteplici forme, Durga è generalmente ritratta come una donna che cavalca una tigre, con numerose braccia e mani che impugnano diversi tipi di armi (tutti elementi presenti nel fumetto). Questa forma è l'incarnazione dell'energia creativa femminile. E' ambivalente, incarnando in sé creazione e distruzione.
Prima di passare al suo monito soffermiamoci per un attimo sul valore simbolico di questa figura: Assassin's Creed ha costruito una mitologia propria e gran parte delle basi del plot sulla figura femminile: Eva, Minerva, Giunone e le future figure di spicco che verranno, costituiscono i molteplici volti di questa figura simbolo che incorpora in se una carica salvifica e distruttrice. Durga si trova esattamente nel mezzo e comparendo tramite l'uso di un corpo imperfetto (è lecito pensare che Pyara sia un ibrido viste le sue capacità di interazione con il manufatto/gioiello) si presenta quasi come la sintesi di tutti queste personalità finora introdotte, come un'apparizione definitiva prima del tracollo finale (il confronto con Giunone).

Le parole della dea, amorevoli e dal tono profetico, come detto nell'introduzione aprono la strada per una comprensione più profonda dei fattori capisaldi del plot, vediamole.

"Siamo uno di tanti, ma siamo essenziali per l'unità del tutto. Per quanto possiamo sembrare divisi secondo la nozione limitata di questo momento, esistiamo come una cosa sola, come sempre abbiamo fatto e sempre faremo." - "siete stati frammentati, figli, ma sappiate anche di essere un intero." - "non lasciate che il vostro concetto di tempo agisca come un velo paralizzante quando il fato di tutto ciò che avete caro è nelle vostre mani. Vi parliamo attraverso questo intermediario, usando questo tempo e questo mezzo come ancora per tenerci in comunione. Dobbiamo essere liberi in tutti i punti affinché la vostra razza, i nostri figli, possa esistere e rimanere libera. Coprite e proteggete questa lente speciale finché non sarete uniti e vi rendere conto che questo cuore, il nostro cuore, è quello che ha permesso il vostro prezioso respiro. E non dubitate mai di quanto siamo pronti a fare per proteggere ciò che per noi è prezioso." 

"We are one of many but essential to the unity of all. Splintered though we may appear within the limited notion of this moment, we exist as one, as we always have and always will. You have been fragmented, children, but know that you are also whole. Do not allow your concept of time to act as a paralyzing veil when the fate of all you hold dear rests in your hands. We speak through this vessel to you, this time and medium and anchor that we might commune. We must exist freely at all points for your race, our children, to exist and to remain free. Shroud this intelligent lens until you become united and can realize this heart, our heart, to be the one that endowed your precious breath."

La visione di spazio-tempo e di causalità che si deduce dalle sue parole ci permette di fare maggior chiarezza sulla struttura narrativa: il percorso de Le Verità è cominciato con lo studio della struttura dell'universo di AC. Nel 2009, quando il video Verità di Adamo ed Eva lasciava intendere l'esistenza di un intero mondo prima del nulla si intravide una costante ciclica, fatta di oblio e di rinascita, di eredità involontarie e di influenze collaterali di queste. I Frutti dell'Eden dapprima utilizzati come mezzo di controllo, poi come speranza di salvezza, sopravviveranno a una cancellazione su scala globale e influenzeranno la vita che verrà dando forma alla realtà fantascientifica che tutti conosciamo. Si intravide, ma a oggi la struttura è eterea.

Negli anni ne abbiamo teorizzato la forma. Sebbene di recente lo stesso Darby McDevitt abbia smentito la connotazione metafisica dei Frutti (senza però rispondere alla mia domanda sul come operino realmente lungo le epoche) il concetto di relatività espresso nell'articolo legato al Nexus torna a farsi vivo. Durga infatti lascia intendere una condizione di parallelo uno e molteplice, un universo fatto di variazioni sul tema ma costituito sempre dai medesimi elementi. Realtà parallele che per non collassare su se stesse devono mantenere un equilibrio costante tra di loro. Una sospensione dei contesti che se alterata corrompe tutto il resto. Questo particolare aggiunge un dettaglio a quello che viene definito il Sesto Senso, la natura originale di Coloro che Vennero Prima e il loro modo di interagire con lo spazio ed il tempo. Come ipotizzato tempo addietro gli esponenti della Prima Civilizzazione sembrano avere una percezione singola e contemporaneamente multipla del tempo, ricalcando la figura ai limiti dell'ultraterreno del personaggio ideato da Alan Moore: il dottor Manhattan di Watchmen.

La dea inoltre allude alla necessità di restare uniti di fronte ad un destino che si può cambiare. Il contesto non può non riportare in mente il rimprovero già citato di Minerva e la divisione tra fazioni che ha portato il genere umano a lottare tra simili in una dicotomia Templari vs Assassini. Il fatto che Giunone sia una terza forza in gioco così incombente fa si che Durga, nella sua cripticità tipica delle prime apparizioni di queste entità, inneggi all'unione contro il male comune.

Il Koh-i-Noor nella realtà
L'avviso si conclude con uno sguardo all'oggetto conteso al centro della storia. Il Koh-i-noor riporta in auge la questione riguardante l'originale natura dei frutti, accennata rapidamente da Soggetto 16 nei suoi glifi e mai più riaffrontata. Fino a oggi. I Pieces of Eden, i pezzi dell'Eden un tempo facevano parte di un intero. Il gioiello potrebbe riunirli. Che sia da intendere in senso figurato (cosa da non escludere vedendo cosa succede al gioiello al termine del fumetto dopo che viene mandato in frantumi da Cotton) o meno è ancora tutta da vedere certo è che questo continuo riferimento metaforico alla frammentarietà e all'esigenza di unificare rinnova il senso di questi particolari all'apparenza così sconnessi della saga. Attingendo dalla wiki international deduciamo che il termine "lens", termine inglese dai molteplici significati, è stato tradotto correttamente col senso figurato di "lente" benché la frase potesse alludere al significato non letterale di "prospettiva" (in riferimento all'esigenza di tenere in considerazione la possibilità di cooperare tra Assassini e Templari). Il fatto che al Koh-i-Noor venga attribuita la caratteristica di lente ci permette di definirne più chiaramente la costituzione che fino all'apparizione di Durga sembra essere magica e non specificata.
Se consideriamo anche ciò che dice l'Assassino Dinesh riguardo al fatto di avvicinare il gioiello ad un frutto se ne potrebbe dedurre una capacità amplificativa. Questo resta da vedere. Il Koh-i-Noor finisce in frantumi a causa dell'avventata azione del Templare Cotton (al quale Durga rivolge uno sguardo punitivo e rivolge le sue ultime parole) salvo poi ricomporsi subito dopo l'esplosione generata dalla sua distruzione. Si noti in ultima sede il parallelismo con gli eventi legati a The Fall: così come per il Bastone dell'Eden la distruzione del manufatto comporta un'esplosione dilaniante alla quale sopravvive solo chi si trova al centro della sua origine, e così come per il bastone attualmente di entrambi manufatti risulta essere reperibile soltanto una scheggia. Il significato di queste scene è attualmente al centro delle nostre ricerche.

Considerata la collocazione di questi elementi in un media secondario come il fumetto e viste le capacità di editing in fase di sviluppo (si veda il caso di Daniel Cross) è difficile valutarne l'impatto sul plot generale. Nella narrativa il monito della dea corrisponderebbe ad un punto cruciale, a una fase di culmine prima della risoluzione definitiva. Che funga da preambolo prima degli eventi che vedremo con AC Unity non ci è dato saperlo, l'unica certezza è che AC Brahman contiene dettagli di cui le produzioni future farebbero bene a tener conto.

10 commenti:

  1. il "presente" migliore della saga è quello di questo fumetto, anche perchè è bilanciato alla perfezione con la parte "storica"...è assurdo...perchè in un gioco non possono inserire un presente come questo ben bilanciato, ben fatto e con un discreto numero di colpi di scena?? Se lo facessero avremmo finalemente un capitolo di questo gioco nuovo, fresco, che rasenta la perfezione....io ci spero che in Unity sia stata fatta una cosa del genere, ma non ci conto realmente più di tanto perchè da delle voci di corridoio che mi sono arrivate anche in questo capitolo il presente sarà marginale.....spero soltanto che questo non comporti che il presente sia stato realizzato come quello di Ac4BF (c'erano un po di contenuti interessanti, ma non è abbastanza, vorrei prima di tutto avere un nuovo protagonista con visuale in terza persona...e poi sopratutto un pochino più di azione e di trama)....voi che ne pensate? un minimo di speranza in questo senso ce l'avete con Unity?
    -M.

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    1. Io sono scettico, è appurato ormai che Ubisoft stia spingendo la componente del Turismo Storico di gran lunga più vendibile della versione iniziale. Parte di questa tendenza è dovuta al fraintendimento iniziale da parte della fanbase che ha chiaramente percepito il gioco in maniera diversa rispetto a ciò che volevano mostrare gli sviluppatori. Da quanto vedo dai pareri positivi dei miei amici, tutto quello che ci poteva essere di buono del presente è stato fatto convergere nella nuova IP di Watch Dogs.

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    2. guarda sarò felicissimo di comprare e giocare WD...ciò non toglie però che Ac ha bisogno come saga più che mai di un'evoluzione al presente...è vero che molti lo vedono come un pretesto per il turismo storico ma ci sono 2 cose che secondo me dovrebbero essere invece prese in considerazione: 1.Senza presente non esiste assassin's creed e non è detto che il turismo storico debba per forza cancellare il presente (vendeva anche di più quando aveva, anche se non aprezzatissima da molti, una parte al presente) 2. Le persone a cui il presente interessa mi sembrano sinceramente in aumento rispetto a quel 20% che diceva ubisoft...io continuo a sperarci...teniamo duro coso e forse prima o poi le nostre speranze ed i nostri desideri (da grandi fan della saga) verranno soddisfatti...
      -M.

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  2. secondo me il "presente" non sarà mai ben fatto finché ogni anno avrà a disposizione max. 30 minuti ( sui 15-20 ore del gioco totale), l'hanno detto pure gli sviluppatori, il vero scopo di AC è la riproduzione storica e non il presente (perché secondo loro non interessa veramente ai videogiocatori), anche se io sono del parere che questa serie avrebbe senso se migliorassero anche il presente, se no non avrebbe senso per i fan che la stanno seguendo dal 2007 (me compreso). Secondo un intervista rilasciata qualche tempo fa a Darby McDevitt, sul futuro del "presente", lui rispose che non saremo più all'Abstergo...

    mi chiedo quale sia la prossima ambientazione del "presente" e, se non saremo più all'Abstergo già da Unity.

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    1. Speriamo che le cose cambino...per me potrebbero anche sfruttare Watch Dogs ed "unire" le due IP...insomma per me l'importante è che il presente diventi finalmente il 50% del gioco...ben sviluppato e ben integrato...per me da fan (anche io seguo la serie dal 2007) sarebbe stupendo...e sarebbe anche l'unico modo per non far appiattire il tutto ad un semplice viaggetto storico (di cui ormai ho le "scatole" piene)...spero vivamente se ne rendano conto...anche perchè per quanto io sia appassionato di storia alla fine il tutto rischia di diventare noioso e ripetitivo...senza un vero e proprio fine...già hanno gestito malissimo il terzo capitolo (che se il presente fosse stato più curato sarebbe stato una bomba...invece è rimasto un petardino inesploso)...ci spero tanto...come credo ormai quasi tutti i fan a cui piace davvero assassin's creed e non solo la storia...
      -M.

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  3. Seguendo il vostro ragionamento mi torna in mento un'ipotesi fatta tempo fa sul forum: l'impiegato è una donna. Se davvero Giunone volesse reincarnarsi per poter usare il Koh-i-noor non avrebbe senso che Aita le consegnasse un corpo maschile ma uno femminile. Che ne pensate?

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    1. Credo che abbia senso...anche se allo stesso tempo credo che l'impiegato\a non sarà alla fine il vero "corpo" per giunone...quello dell'impiegato è stato solo un mezzuccio per metterci qualcuno al presente...perchè non sanno veramente chi metterci, secondo me, in questo momento...c'è bisogno di un nuovo protagonista e di un'approfondimento maggiore al presente (più azione e più coinvolgimento)...per il resto va più o meno tutto bene...anche la storia di Edward era molto carina...però per consacrare questa saga ci vuole qualcosa di più...decisamente...anche perchè le possibilità ci sarebbero pure...il tutto sta nello sfruttarle e spero che Ubi se ne renda conto presto altrimenti si rischia che il tutto si risolva in un nulla di fatto (almeno per noi fan che compriamo giochi, fumetti, libri e seguiamo initiates...chi vuole solo il turismo storico immagino sia già più che felice...ciò che non calcola Ubi è che prima o poi potremmo stancarci noi di avere un videogame che non rispetta il corso più "naturale" che doveva avere la saga...e perdere una fetta di mercato, conoscendoli, non è il loro primo desiderio)
      -M.

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  4. SPOILER WATCH DOGS e ASSASSIN'S CREED IV

    Chi ha giocato ad Assassin's Creed IV sa che Olivier Garneau (Chief Creative Officer dell'Abstergo Entertainment) ad un certo punto va a Chicago e lì scompare, ora nell'ultima missione dei convogli in Watch Dogs si scopre che il convoglio con Olivier viene attaccato da Aiden Pierce che elimina la scorta e fa arrestare Olivier.

    La Ubisoft non fa nulla mai a caso ahahah

    by mIrPaX

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  5. Cioè scusate scusate non ho capito watch dogs e AC black flag sono collegati????????

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